Non sono mai stato a Trevico (ma ricordo un film)

(cronaca inutile di un casa in Irpinia d’Oriente).

Ingresso?

 

Non sono mai stato a Trevico. Qualche decennio fa seppi che esisteva un paese con questo nome. Allora non mi chiesi dove fosse e il film non vi dedicava, che io ricordi, nemmeno un fotogramma. Ora so dov’è Trevico. Lo so da qualche settimana, mi fu indicato all’affaccio di un belvedere. Sta in Irpinia d’Oriente, Trevico. Ed ho anche scoperto che qui è nato Ettore Scola, il regista di quel film. Anche questo avrei dovuto saperlo mille anni fa.

Ovviamente non ho foto di Trevico. Le foto di questo post appartengono a Matera, primo incontro di chi avrà casa a Trevico. Ora cerco di spiegarvi. Non ci riuscirò

 

Franco
Franco

Mille e centosei metri di altitudine. Il paese più alto di queste terre. Ho la certezza che i mille metri dell’Irpinia siano balcanici. Ci sono venti che portano il gelo dalle steppe russe. Fa freddo a Trevico. Un freddo che rinserra nelle case. Un freddo artico. La tramontana qui è roba che stordisce la pelle. Dovrebbe avere trecento abitanti, il paese. Chissà quanti ne aveva quanto Scola se ne andò per le strade del cinema. Si può fare il regista rimanendo a Trevico?

Wikipedia avrebbe le risposte necessarie per un giornalista. Non ho voglia di cercarle, non verifico, afferro le parole di chi racconta e appunti già troppo vecchi per un cronista. Quindi, Trevico ha trecento abitanti. (Non ho resistito, un’occhiata a Wikipedia l’ho data: secondo loro – loro chi? – aveva oltre mille abitanti nel 2011. Non allarmatevi, anche la più celebre delle enciclopedie contemporanee se la cava, a proposito di Trevico, con appena tre righe).

Paesologi?
Paesologi?

 

Non ci sono vetrine in questo paese. Insomma, la farmacia c’è, ma qui nessuno avverte la necessità di esporre niente. Non c’è bisogno di attrarre clienti. Questa storia delle vetrine non mi era mai venuta in mente. Le cassette di un ortolano sono una vetrina? C’è un ortolano a Trevico?

‘C’è la più alta densità di silenzio d’Italia’, rivelano con orgoglio. Come si misura la densità del silenzio? A metri quadri? Mi piace questa storia del silenzio, anche se ho sempre bisogno di musica, radio e, perdonatemi, televisione, nel sottofondo dei miei giorni. Un tempo ero abituato a lavorare in spazi grandi e c’era sempre molta gente. Il silenzio mi spaventa, ma a volte mi capita di cercarlo. Dopo i mesi di vita a Matera, sto male nel rumore di Firenze. Come starò a Trevico? Cercherò un rumore? Una voce? Il brivido di un motorino?

Riunione
Riunione

Leggo: ‘Ho fatto amicizia con la solitudine non con il silenzio’.

Non potrei mai essere un certosino di Serra San Bruno.

‘A Trevico ci si sveglia e nessuno pensa ai dati del Pil. Vi è attenzione solo al bollettino della luce’. Gli statistici conteggeranno Trevico nei loro calcoli? Forse qui è possibile sfuggire ai contabili del Prodotto Interno Loro. Almeno per un giorno.

Paesologhe
Paesologhe

Già, parlo di Trevico perché lassù (laggiù? Dov’è Trevico rispetto a dove sono adesso? Esiste Trevico?) si può ‘cambiare il destino almeno di una giornata’. A Trevico, devo crederci, c’è una casa dove, come in calle dell’Amor degli Amici a Venezia, si può cambiare storia. Almeno per un giorno, appunto. Provvisoriamente. Poche ore. A Trevico, in una casa di Trevico, a un passo da dove è nato Ettore Scola, si creano e si disfano ‘comunità provvisorie’, i soli luoghi dove, a volte, molto raramente, si sta in un mondo senza Pil (e, spero, con qualche musica a riempire il silenzio. Se la sua densità è così alta ci sarà pure un luogo per fare qualche rumore: il cadere di una goccia, un giro di chitarra e il chiacchiericcio di due donne nel vicolo è silenzio).

Trevico può interessare chi ha vent’anni oggi? A riguardare le foto di questo post, mi appare un’idea da età media un po’ troppo alta. La paesologia è storia per vecchi? Come vorrei che fosse storia per ragazzi e ragazze.

Non chiedete mai cos’è la paesologia. Non chiedetelo a chi l’ha tirata fuori da dove è sempre stata. Ma dovete pur sapere che la casa di Trevico è dei paesologi. Ha una sua pagina fb e un blog (dannazione, non si può tornare alle lettere? Facciamo convivere le cartoline con i post, vi prego. Telefoniamoci da telefoni fissi) e quasi duecento abitanti. Ne attende altri.

Franco e Marianna
Franco e Marianna

 

Si mettono le mani avanti, un po’ snob. ‘La casa è un gioco di fallimenti. Ma sono fallimenti felici. Questo vogliamo fare’. Sì, è un po’ snob. Come quelli del Manifesto che si ostinavano a ‘stare dalla parte del torto’. Non chiedetemi cosa vuol dire il fallimento felice, non lo so, ma lo capisco. Io ho sempre sognato di aprire una libreria-caffè, un Baghdad Cafè, in un’isola e ho sempre detto che sarebbe stata aperta solo in inverno. Non l’ho ancora fatto.

Matera regala la sua scenografia
Matera regala la sua scenografia

 

La casa ha tre livelli (vuol dire tre piani?) e ogni stanza è dentro l’altra. Al Sud non si ama stare chiusi ognuno nelle proprie stanze. Avremo tabù nell’esplodere di amori? Chi mette su il sexy-shop provvisorio come ad Aliano? Ecco ora sto parlando per iniziati, chi non sa di questa storia della paesologia già non capisce più niente. E dimentico la notizia, allora la ripeto: quasi duecento persone hanno affittato una grande casa a Trevico con la sola ragione che quando si esce dal bar (c’è un bar, dunque) si entra direttamente in mezzo alle stelle (se non ci sono le nuvole).

 

Matera aiuta
Matera aiuta

Trevico è una paese ‘austero, duro’.

Facciamo politica (devo credere anche a questo). Ci diciamo: ‘Andiamo in un paese morente, riapriamo una casa in Appennino. Proviamo a diventare residenti politici. Con un progetto addosso. Diamo nuovi volti a un’Italia interna, lontana, sconosciuta, solitaria. E’ un tentativo di ripopolamento. Provvisorio. Ma così mutevole che potrebbe anche essere permanente’.

Qualcuno si passa lo voce di un primo appuntamento: godersi l’eclissi della prossima primavera a Trevico.

(forse spera che il 21 di marzo faccia meno freddo a Trevico. Non è così. Ci vorrà molta legna).

Devo dirvi del film.

Doveva essere il 1973, o, forse l’anno dopo: roba da cineforum, sala dello Stensen, glorioso cinema dei gesuiti fiorentini. Ci andavamo in quegli anni. Ci andiamo ancor oggi. Bella programmazione. Allora, c’era il famigerato ‘segue dibattito’. Fu lì, su quelle poltroncine grigie, che vidi ‘Trevico-Torino, viaggio nel Fiat-nam’. Fu allora che non mi chiesi dov’era Trevico. Ma ho nella testa ancora i due ragazzi, l’operaio Fortunato, salito dall’Irpinia fino a Torino per imprigionarsi alle catene di montaggio della Fiat (un lavoro, un benedetto lavoro), e Vicky, ragazza delle ribellioni post-sessantotto (scappata di casa, se non ricordo male. Distribuiva volantini di fronte alla fabbrica). Fortunato non può che innamorarsi di lei. Ma i due ragazzi, ricordo che spiegò il dibattito, non avevano nulla da dirsi (il tipo aveva ragione, ma io avrei voluto picchiarlo e dirgli che no, che era possibile quell’amore impossibile). Fortunato si illuse e chissà dove è ora Vicky. Ho negli occhi l’ultima scena (ma magari ricordo male) Fortunato che corre disperato (perché era in ritardo sulla sirena della fabbrica?), Vicky se ne è andata, hanno litigato, non so, e lui corre, inciampa, cade, la gamella con la pasta si sfascia sull’asfalto sporco di pozzanghere di fronte a Mirafiori. Ricordo il rosso della salsa nella fanghiglia. Sarà tornato a Trevico, Fortunato? In quale casa abitava?

 E ora tutta questa gente vuole andare a Trevico. Vorrei chiedere a Fortunato cosa ne pensa.

Faccio il giornalista. Devo anche darvi qualche informazione pratica, la casa cerca alleati, residenti, abitanti provvisori o meno.

Eccole:

La casa della paesologia è la casa delle comunità provvisorie.

Per seguirne la storia andate su facebook e cercate ‘casa della paesologia o delle pensate confuse’.
E’ possibile versare la quota annuale di adesione all’associazione:
100 euro per chi lavora
60 euro per pensionati e precari
24 euro per disoccupati e giovani sotto i trenta
Beneficiario: Comunità Provvisorie
Indirizzo beneficiario: via Onofrio Buccini, 5
Località: Caserta
Paese: Italia
IBAN: IT57U0335901600100000130851
BIC: BCTITMX (il BIC solo per bonifici da fuori italia)
Descrizione – Causale
Aggiungere la quota di riferimento:
quota 2015 occupati
quota 2015 precari/pensionati
quota 2015 disoccupati /under30
L’iscrizione vuole dire avere la casa di Trevico per sé e i propri cari e ovviamente si può partecipare a tutte le attività che si faranno.
La mail dell’associazione per eventuali comunicazioni è
casadellapaesologia@gmail.com
ps. chi utilizza il conto corrente di un’altra persona indichi nella causale anche il proprio nome e cognome.

 

 

 

 

 

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6 pensieri riguardo “Non sono mai stato a Trevico (ma ricordo un film)

  • 2 Dicembre 2014 in 20:54
    Permalink

    molto entusiasmante questa iniziativa.un paese immerso nel silenzio.Il silenzio dei villaggi,dove senti solo il canto dei pettirossi,il rumore del vento e del mare o la neve che scende e la guardi e tutto si ferma.Tutto richiama l’eterno.

    Rispondi
    • 14 Dicembre 2014 in 19:25
      Permalink

      Troverò il modo di raggiungere Trevico. Anche dall’Africa.

      Rispondi
  • 10 Dicembre 2014 in 2:07
    Permalink

    Abito in un paesino dell’Irpinia, che Voi forse sicuramente non conoscete: Flumeri!
    Vedeste caro Signor mio quant’è bello questo “mio paese”e quanto è lontano
    dall’inquinamento morale e atmosferico dei grossi centri.
    E’ disteso su una collinetta(e qualcuno con pretese di grandezza dice che siamo
    già montagna)dell’Appennino Campano,una strada lo attraversa tutto ed è
    circondato da vigneti e oliveti;infine due torrenti (che si credevano fiumi)
    racchiudono il suo territorio:l’Ufita e la Fiumarella.

    E’vero,è un paesino come tanti altri,ma questo è il “mio”quindi è diverso,te lo
    senti nelle ossa:negli odori,nelle case cadenti o abbandonate,nelle sere d’estate
    in cui è bello uscire per strada e trovare un paese;
    dà pace e conforto questo “mio” paese e forse ci tiene lontano dai “giochi”
    crudeli della vita che si avvertono guardando la TV o leggendo i giornali.
    A levante o ad Est se si preferisce si staglia la montagna di Trevico
    Domina immensa l’irpinia e le pianure della Capitanata
    Leggenda(????) vuole che nelle mattine in cui l’aria è tersa si possa
    vedere il mar adriatico e qualcuno giura di aver visto anche il mar Tirreno
    Trevico il paese del mio papà,un uomo di poche parole,duro e a volte arcigno
    come tutti i trevicani ma dal cuore grosso come la loro,la nostra montagna.
    Si la gente di Trevico non parla molto,forgiati dal loro,forse, isolamento non si abbandonano
    a parole inutili ma a gesti che ti scaldano il cuore!
    in fondo il discorso più eloquente è quello muto,l’altro quello fatto di parole si estingue nell’inutilità
    delle stesse.
    Gente dura i trevicani,come tutti i montanari:abituati ad essere periferia della periferia…se non addirittura dimenticati.
    Da quello che scrivo si evince che mi piace Trevico..ed invece no!Non mi piace…lo amo!
    Lo amo quando la mattina,d’inverno, mi sveglio e lo trovo colorato di bianco a spiccare nel grigiore
    del paesaggio,lo amo nel suo vento freddo che io accuso(il mio DNA si è modificato?)ma che agli abitanti sembra non dar fastidio per nulla…è parte di loro.
    Potrei ancora parlare di quanto sia bello in primavera col verde che esplode,o dell’autunno con con gli odori delle castagne
    che scoppiettano sul fuoco.Potrei dirle di quanto sia bello ciò ma non lo faccio.
    Le dirò di quanto sia meravigliosa l’estate a Trevico,di quanto sia accogliente l’estate a Trevico nel darti refrigerio
    per te che sali a riempirti gli occhi di tanta bellezza che ti circonda,
    E se ti fermi un momento a guardarti intorno sicuramente sentirai un falco(e a me fa piacere pensare)che ti sta salutando.
    Non serve essere predisposti ad trasformarsi in un certosino di Serra San Bruno,non lo sono neanche io ma le posso dare un consiglio:ci vada a Trevico…come dice quello??? Non come turista ma come ospite
    GerardoRenzo Addesa

    Rispondi
    • 14 Dicembre 2014 in 19:22
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      Ciao, Gerardo, ti scrivo da un paese che sta mille e seicento metri più in altro del tuo. Sta in Africa, in mezzo all’Etiopia. Ed è bello leggere della tua terra da quaggiù. Prima o poi, insh’allah, torno e allora ci sarà tempo per Flumeri e Trevico. Ho solo un problema: non voglio più freddo, anche se adesso me ne sto con un pile addosso e una sciarpa ben stretta al collo. Mi piace sentirti dire: ‘quanto sia meravigliosa l’estate a Trevico’. Chissà…

      Rispondi
  • 10 Dicembre 2014 in 17:56
    Permalink

    Credo di aver avuto problemi di invio.Qualcosa si è perso per strada,forse meglio cosi per non rischiare di essere troppo lungo.Nulla di polemico per carità solo la prosecuzione di una descrizione di un luogo,che come dice un mio amico di Napoli(abituato al casino e che non cambierebbe per nulla al mondo)”ti fa fare pace col mondo”
    Saluti
    GerardoRenzo Addesa

    Rispondi
  • 28 Dicembre 2014 in 21:53
    Permalink

    Ti aspetto…allora.
    Ciao e Buon Anno

    Rispondi

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