Doppia alba in Lucania

Sto per andare verso Nord.
Cielo di neve su Matera. I colori dei Sassi sono struggenti. E’ bellissima, la città: le sue tinte sono indefinite, tranquille, come se le case stessero covando qualcosa. E’ un’attesa, una sospensione, un futuro. Non è che è più bella perché nessuno è per strada, i bar hanno tolto le sedie di plastica, i franchising sono chiusi e le case vacanze hanno sbarrato le porte e reclinato le insegne, è che addosso a Matera c’è, oggi, una bellezza selvatica, solida, profonda.
E allora, prima di andarsene, è tempo di scrivere di albe estive.Una doppia alba dell’estate passata.
Il sole sorge sui calanchi di Aliano e sugli orizzonti della Val d’Agri. Un alba di fine agosto. Un’alba dei primi di settembre. La festa dei paesologi e il pellegrinaggio alla Madonna Nera di Viggiano. Non credo che siano in molti a voler entrare in entrambe queste storie. Non credo che molti siano stati in entrambi questi luoghi. Troppo diversi.

Franco Arminio, poeta e scrittore, a fine agosto, come ogni anno, convince un centinaio di persone a camminare, all’alba, fra i paesaggi dei calanchi. Una meraviglia. Qualcuno suona il sassofono, una ragazza ha avuto il coraggio di portarsi l’arpa dietro. Altri, piccoli tiranni, vorrebbero costringere a non usare telefonini per fare foto e si inventano antiche storie new-age. E’ Franco a tirare fuori l’idea giusta: ognuno dice da dove viene, da quale paese o città arriva fino a questa Lucania. Ne viene fuori un concerto, una piccola sinfonia di geografie. Alla fine tutti gridano assieme il proprio luogo di provenienza: è un coro confuso e gridato. Bello. Il miglior saluto al giorno.
Così scopriamo che solo una ragazza è di Aliano. Dal paese è venuta solo lei. E non ha l’aria di una che vive qui tutto l’anno. Ma forse mi sbaglio, non chiedo. Parte un timido applauso per lei.

Pochi giorni dopo, Viggiano, pellegrinaggio alla Madonna Nera. Storia di cammini e di fatica, di freddo e devozione. E’ bellissima la Madonna. All’alba esce dalla chiesa di montagna: deve tornare al paese per i mesi dell’autunno e dell’inverno. Si aspettano Madonna e sole: lui la invita a uscire con un primo raggio, lei allunga i suoi passi fuori dalla chiesa. Allora il sole si distende nella Val d’Agri, la terra del petrolio. Ci sono i ragazzi che danzano, i cellulari che fotografano, gli organetti, i tamburelli, la gente che trasporta la statua ondeggiante. C’è la Madonna. Che il sole illumina: solo un attimo, un rosso quasi perfetto, trionfante. Cielo limpidissimo. Posso giurare di essere l’unico straniero, l’unico che non conosce la lingua di queste terre. Non sarà vero, ma questo penso. Sono centinaia e centinaia di ragazzi e ragazze in processione. Felici, direi. Con piercing e capelli dritti come creste. Capaci di sfidare il freddo e il sonno. Venuti fin quassù per la Madonna. Ora guardano il sole sorgere e applaudono alla Madonna. Vengono da tutta la Lucania, dalla Campania, dalle Calabrie. La Madonna Nera è la regina dei lucani.

La gente della festa di Aliano verrebbe al pellegrinaggio alla Madonna Nera? Oppure cosa penserebbero i ragazzi del Sacro Monte di Viggiano di questi stranieri che scalano calanchi?
Esiste un punto, un intreccio dove è possibile che i ragazzi di Viggiano incontrino gli alieni di Aliano? Può esserci un linguaggio per parlarsi o, semplicemente, per stare in silenzio assieme.
Applausi al sole. Strani pensieri di una doppia alba lucana.
Vado al Nord.