Andrea Semplici

Etiopia – La valle dell’Omo e l’Occidente etiopico

La valle dell’Omo. L’innocenza Perduta

…..A Omorate, ultimo grande villaggio ai confini con il Kenya, una pista sembra essere stata ruspata con un righello: è una linea retta perfetta che finisce solo sulle sponde, privi di argini, dell’Omo. Paesaggio africano: i campi di sorgo sono protetti da bambini-spaventa passeri che, armati di fionde e frombole, scacciano i corvi. Nella stagione secca, uomini con kalashnikov a tracolla, spingono mandrie di vacche lungo piste di terra rossa fino alle sponde del fiume. Cortei di donne vanno e vengono dalle acque dell’Omo con grandi otri-zucca in equilibrio sulla testa. I bambini giocano sulle scarpate del fiume che le piene, nei mesi delle piogge, faranno franare fino a sradicare alberi immensi che, poi, la corrente trascinerà fino al lago Turkana. Isole di fango e vegetazione navigano sulla superficie del fiume. Pescatori dai corpi lucidi e dalle profonde scarificazioni a segnare viso e petto issano grandi pesci sulle spalle e li trasportano all’ombra del primo albero. Scena di un’Africa senza esotismi, vita quotidiana sulle sponde dell’Omo. Giovani barcaioli spingono tronchi-canoa. Con una pertica sfidano la corrente fino all’approdo di fango dell’altra sponda: sono i traghetti del fiume, un uomo aspetta sull’altra riva. Seduti sulle pietre altri uomini guardano il fiume: loro sono eleganti, quasi orgogliosi. Hanno i capelli rasati e una cercina in argilla è stata modellata sulla pelle calva. E’ decorata da tre piume di struzzo: è un gioco di simboli, provano a spiegare gli antropologici, questi sono i segni che ricordano un atto eroico compiuto, la testimonianza della propria forza, resistenza, velocità. Segni di orgoglio e di status sociale nella valle dell’Omo. Le vacche dei tre mandriani hamer pascolano poco distante. Sorvegliate da un bambino…..