Libia – Edeyen di Murzuq
Lo specchio di Alxandrine
La città di Murzuq, ‘paese infisso nel Sahara’, vecchio centro carovaniero, disperde le sue ultime case nella sabbia. Il castello turco, ‘che sembra fatto con l’argilla da un fanciullo solitario’, è franante: le sue mura posteriori sono crollate e i bambini vi si nascondono nei loro giochi. Il minareto dell’antica moschea, il più bello della Libia, appare sul punto di afflosciarsi su sé stesso. Ma noi, superata la prima duna, scoperta l’immensità dell’edeyen, non abbiamo occhi che per un riflesso che non c’è. Cerchiamo uno specchio. Lo specchio di Alexandrine. Dovrebbe essere qui. Ma sappiamo di non avere alcuna speranza. Forse l’antenato di un predone targhi lo ha ancora. Nascosto nella sua casa. Più probabile che sia andato in frantumi. Alexandrine aveva 34 anni quando, all’alba del primo agosto del 1869, venne uccisa alle porte di questo deserto. Alexandrine Tinné, bella e ricca, fu la prima donna a tentare di attraversare il Sahara. Contro ogni consiglio, contro ogni saggezza, aveva lasciato Murzuq: voleva raggiungere la lontana oasi di Ghat. Era una donna coraggiosa e spavalda. A vent’anni aveva vagato per le pianure del Nilo alla ricerca delle sue sorgenti. Avrebbe meritato altra gloria, ma lei era una donna in un mondo di soli uomini. Pochi la ricordano come un’esploratrice: le società geografiche la considerarono solo un’ereditiera olandese che giocava a fare l’avventuriera. Ma Alexandrine aveva una luce negli occhi che narrava della sua tenacia. Avrebbe potuto godersi le sue ricchezze nel lusso di un’Europa ottocentesca: preferì le febbri dell’Africa e la desolazione dei deserti. Prima di lei solo altri due europei, avvertono cronache incerte, avevano vagato per il Sahara dei tuareg. Questo edeyen, verso il quale stava dirigendosi, era sconosciuto anche al popolo nomade delle sabbie. Forse siamo venuti fino a Murzuq, cento e quaranta anni dopo di lei, solo per cercare tracce che non ci sono. Raccontano che a Tripoli, prima di perdersi nel Sahara aveva assoldato due serve e otto uomini. Nessuno, oggi, a Murzuq, sa dove venne uccisa. Dicono che non si nascondeva: Alexandrine non si travestiva da uomo, non celava la sua ricchezza, girava con un accampamento fastoso. E non avrebbe rinunciato a portarsi dietro questo specchio ‘capace di raffigurarla tutta’. Ricordano che dopo il suo passaggio, oasi dopo oasi, ‘gli uomini a lungo la ripensarono nei silenzi orientali’. Fu uccisa dalle sue guide, vittima di intrighi fra i vari clan tuareg. Avrebbe voluto raggiungere ‘le viscere dell’Africa’. Che fine avrà fatto il suo grande specchio?